venerdì 31 gennaio 2014

lunedì 27 gennaio 2014

la (non) persistenza della Memoria

La data di oggi l'ho scritta in cifre: 27.01.1945. Tanto ormai hanno imparato a leggere e a loro piace far vedere che sanno trasformare i numeri in mesi.
Non ne volevo parlare. Non ne so parlare. Chi può parlarne? Noi che viviamo sicuri nelle nostre case?
Però la domanda urgeva. Stefano è arrivato a scuola con la domanda.
(Come si fa a rispondere a questa domanda davanti a una classe di bambini di sette anni?)
Cos'è la giornata della memoria? La memoria di chi? Che cos'è la memoria?
E qui abbiamo cominciato ad arrampicarci sugli specchi, io e la mia collega. Nonostante ne abbia sempre parlato, nonostante in tutte le occasioni possibili abbia fatto loro svariati esempi di discriminazione razziale o religiosa, o altro.
Abbiamo raccontato. Non tutto. Non tutto si può raccontare, non a tutte le domande si può rispondere: "Come li hanno uccisi?" chiedeva Martina, ma ho dovuto ignorarla.
Tra i tanti esempi di discriminazione, ho provato a simulare una discriminazione sull'alimentazione. Io sono celiaca, un'altra mia alunna è allergica al frumento e così - per fare un esempio - ho detto: "Pensate se un giorno viene fuori la voce che chi non mangia il pane è un tipo sospetto, non ci si può fidare, se non mangia il pane vuol dire che nasconde qualcosa, che non è uno di noi... etc, che non può più stare a scuola... Ecco, io e M., dovremmo andare via dalla scuola perché non mangiamo il pane di frumento... Voi che fareste?"
I commenti dei miei alunni li lascio per la fine del post...
***
Prima però devo condividere alcune delle immagini del percorso di ieri mattina in quello che un tempo era il quartiere ebraico di Palermo. Sì. A Palermo c'era un quartiere ebraico. Ora è quasi completamente cancellato.


l'ingresso del quartiere era alla "Porta giudea",
 proprio accanto alla odierna facoltà di Giurisprudenza.

qui, dove un tempo scorreva il Kemonia

in Piazza 40 martiri,
dove si trova una delle camere dello scirocco,
dovevano esserci i bagni per le abluzioni.

e la Meschita (perché per i cristiani moschee
e sinagoghe erano la stessa cosa)
 si trovava proprio dove oggi c'è la chiesa
di S. Nicolò di Tolentino, vicino l'Archivio Comunale

qui invece siamo già nel quartiere "Guzzetta",
dove un tempo sorgeva il mattatoio per i cibi kosher
(che ha regalato ai non ebrei panormiti tanto cibo da strada...)

Lui non c'entra, o meglio, c'entra sempre!

Poi eccoci alla Magione




nel chiostro, ai bordi del pozzo, delle iscrizioni ebraiche,
forse facenti parte di monumenti funebri


Il quartiere ebraico finiva qui: a Porta Termini (di garibaldina memoria)


Nel pomeriggio, presso l'Archivio Storico (che il genio di Giuseppe Damiani Almeyda ha reinventato recuperando la memoria dell'antica sinagoga che vi sorgeva) abbiamo completato la passeggiata con un intervento interessantissimo di Francesco Alotta sulla storia degli ebrei in Sicilia e a Palermo in particolare. Per l'occasione era esposto l'editto di Ferdinando I, datato 1492, che segnò la cacciata degli ebrei anche in Sicilia, come già stava avvenendo in tutto il regno di Spagna.


Pochissime le fonti dirette. Quasi cancellata la presenza di un quartiere ebraico e della stessa comunità ebraica (almeno qui a Palermo, perché in altre città in cui sono state, come Modica, sono invece presenti quanto meno nella memoria). Non stupisce che pochi sappiano o ricordino di aver studiato a storia degli ebrei come abitanti integrati (a fasi alterne) nel tessuto urbanistico, sociale ed economico della nostra città. Damnatio memoriae, la chiamano.
***
E i miei alunni? Come finisce la simulazione?
All'ipotesi di discriminazione basata sul mangiare o meno il pane, il commento unanime è stato "Ma io lo mangio, il pane."
Insomma, come direbbe il grande Totò, "e io che sono Pasquale?"
Perché tutto ciò è stato possibile grazie all'indifferenza della maggior parte delle persone. Indifferenza che ci accomuna tutti, che si presenta sin dalla più tenera età e di cui nessuno di noi è esente.

***
Aggiornamento del gennaio 2017

Adesso siamo in quinta e di quello che è successo più di 70 anni fa ne abbiamo parlato diverse volte. Quest'anno abbiamo deciso, con le colleghe delle altre classi, di collegare la memoria della Shoà alla memoria della Comunità Ebraica di Palermo, costretta a fuggire il 12 gennaio 1493.



giovedì 16 gennaio 2014

alla Radio!!!!

Ora su Radio3... in onda la mia scaletta!!!!!

Sei Gradi è una delle mie trasmissioni preferite, c'era un periodo in cui cercavo di fare scalette appena possibile :) e quella che hanno mandato in onda ieri l'avevo spedita almeno un paio di anni fa!

Cliccate qui per riascoltare tutta la trasmissione e qui per vedere la pagina.
Qui sotto invece ecco tutti i brani (compresi quelli che avevo scelto io in origine e che sono stati cambiati per esigenze radiofoniche)!

Si parte con Cat Stevens!



Cat Stevens è uno pseudonimo, e da qui andiamo a un altro artista che ha adottato uno pseudonimo... l'ivoriano Alpha Blondy. Questa canzone l'ho conosciuta grazie ad Abou, il marito ivoriano della mia carissima amica Julienne che forse legge e sorride :))) ciao à tous les trois!!!!



Il messaggio della canzone di Alpha Blondy, mai arrendersi, mai lasciarsi abbattere, mai lasciarsi cadere le braccia è lo stesso di questo (meraviglioso) brano di Bennato che ha segnato tutta la mia adolescenza (e forse mi ha salvato la vita!)... tra l'altro penso sia la versione in musica di questo brano di Paolo ai Filippesi (3,12 ss.)



Dal grande Edoardo a Rossini il passo è breve: basta ricordare le influenze rossiniane di Tutti insieme lo denunciam o di Troppo troppo... e quindi, Gioacchino sia!



E chi ha bisogno di un barbiere più di quei capelloni scapigliati di Hair? Ecco allora arrivare Let the Sunshine in :)



Però a volte il Sole sparisce (solo momentaneamente) e quindi... Ain't No sunshine (where she's gone)...



(sinceramente mi sfugge il collegamento con l'ultimo brano, mi andrò a risentire la trasmissione :D
Comunque è un bel brano, non lo conoscevo!




bonus track:
perché il buon Satchmo ci sta sempre bene!



dopo The Sunny Side of the Street, qualcosa da The Dark Side of the Moon...



Che ne dite? vi piace?

Nel frattempo mi sono venute in mente altre tantissime scalette da proporre 
:D

lunedì 13 gennaio 2014

qualcosa di nuovo

E qualcosa di nuovo c'è sicuramente, visto che ogni istante è nuovo, ogni attimo. Anche il nuovo anno, certo.
Che arriva con la sua ventata di speranze e (diciamocelo) di disillusioni.
Ma forse anche questo è bello, capire cosa tenere e cosa lasciare, per fare spazio a cose, pensieri e persone nuove nella propria vita.
Questo è un post d'inizio, perché in qualche modo devo iniziare questo anno. Chi ha seguito questo blog neonato dal principio si sarà accorto di un'assenza importante della quale non posso dire niente, Al momento opportuno tutto verrà svelato e brillerà nella sua verità, ma per il momento deve rimanere nascosto.
E allora scriverò per segnalare due cose belle.
Una non è tanto nuova, ma siamo ancora in tempo: è un concorso per le scuole promosso dall'Associazione Amici dell'Università Cattolica. Il titolo è Più bella cosa... per me... e se la mia classe fosse dell'età giusta parteciperei! Scade il 3 marzo 2014.

La seconda cosa è un libro che ancora non ho letto ma già solo il titolo è un programma: Dove va il tempo che passa del filosofo Werner Kinnebrock. Ne parlava qualche giorno fa Fahrenheit Remo Bodei, che presentava anche un altro suo libro: Immaginare altre vite.

Ma dove va il tempo che passa mi sembra una bella domanda. Intanto il tempo passa e va...

domenica 12 gennaio 2014

r(iv)elazioni

In anteprima, qualcosa che vedrete fra qualche giorno su Cantalavita... (scanner permettendo)





In questi giorni mi è tornata in mente una poesia di Eugenio Montale, incontrata alle superiori, ma che sta cominciando a diventare reale per me solo adesso... La casa dei doganieri. Mi vengono in mente i versi

Tu non ricordi; altro tempo frastorna
la tua memoria; un filo s’addipana.

Ne tengo ancora un capo; ma s’allontana
la casa e in cima al tetto la banderuola
affumicata gira senza pietà.
Ne tengo un capo; ma tu resti sola
né qui respiri nell’oscurità.

Le relazioni sono fili, legami, tengono insieme le persone, le loro storie e la loro storia insieme. Se a tenere i due capi del filo sono entrambe le persone, se nessuna lo lascia andare, il filo non si perde, uno chiama, l'altro risponde, il filo regge.
Meditando, come mi è stato chiesto, su Mt 3,16-17, mi è venuta subito in mente la parola relazione: che non è solo le due persone, ma anche il filo che le lega. E che lega tutti noi, gli uni gli altri...