sabato 18 luglio 2015

L'ultima foglia (e frammenti di mosaico)

In questi giorni ho provato a riflettere e a raccogliere riflessioni sul tema dell'arte. Una manifestazione umana (e divina) così semplice che definirla è talmente complicato...
Ho provato a fare un collage di quello che è venuto fuori...


La definizione più azzeccata forse è quella che mio fratello (a cui chiederò il copyright!) mi ha dato:

"Su cosa non è è cos'è arte"
(da Cammarata V. «Simposio sardo» p.102 vol I ed. Epoché 2013).
"Se parti dicendo
- oh! Ora faccio una figata!
Questa NON è arte.
Se invece fai, poi guardi l'opera ed esclami a gran voce:
- oh! Che figata!
Questa È arte."

E però è stato bello scoprire come tutti i frammenti convergono verso una forte somiglianza tra Arte e Amore, e come entrambi abbiano a che fare con la comunicazione. Ne facciamo esperienza ogni giorno, in effetti, o almeno possiamo farlo se rimaniamo aperti. L'esperienza artistica, come quella amorosa - quando entrambe sono autentiche - è quella di un attraversamento, di una sorta di corrente di energia che non proviene da te, ma ti attraversa (proprio come l'acqua attraversa il letto di un fiume o un canale) ed esce da te. Questo, che in effetti ha tutta l'aria di essere un fenomeno fisico, forse invisibile, ma sicuramente registrabile attraverso i nostri sensi più intimi, accade in molti modi diversi: un esempio classico è quello degli armonici in musica e che mi sono ritrovata, con altre parole, in un libro che ho letto in questi stessi giorni:

“ […] Ho l’impressione che viviamo avvenimenti alla rinfusa e che abbiamo il compito di dar loro un ordine, una successione logica o una continuità. Dobbiamo gestire gli avvenimenti della nostra vita, ed è così che passiamo dal caso al destino. Ascoltate Mozart. Credete che abbia inventato le note musciali? No, certo, le ha messe in ordine per creare un’armonia. E un’armonia diversa da qualsiasi altra. Al punto che sono sufficienti poche note, poi, per evocare l’universo di Mozart.
La nostra vita è così. Non abbiamo niente da inventare. Noi abbiamo da scoprire, da mettere insieme, da creare un’armonia che renderà unica la nostra vita. In questo senso, creare significa manifestare in modo visibile ciò che esisteva già…” 
François Garagnon, Joy e la ricerca della felicità, Ed.Paoline, p.141

Risuonare, vibrare in armonia con l'universo e quanto è in esso, a partire dagli esseri umani che - anch'essi aperti, possono vibrare insieme a noi.

È incredibile come questo messaggio sia scritto ovunque: non lo vedo solo io, vero? Me lo sono ritrovato (riferito all'Amore) in un biglietto poetico pescato alla serata di letture alla Torre di San Nicolò


E in altre parole ancora, quelle di Claudia Fabris (La cameriera di poesia), che ha interpretato (esperienza memorabile di condivisione) la parola Riuscire:

Parole Sotto Sale
Piccolo Vocabolario Poetico 
di Claudia Fabris

Riuscire

Uscire nuovamente
suggerisce con chiarezza
che per riuscire in un'impresa
è decisamente sconsigliato chiudersi dentro
ma si debba piuttosto uscire

da dove?
come?

Da sé stessi, dai propri limiti
Da ciò che di noi conosciamo
come?
In qualsiasi modo a nostra disposizione



E siccome tutto torna, sempre, costantemente e misteriosamente, oggi pomeriggio ho visto per caso un film di Howard Hawks fatto di episodi tratti dai racconti di O.Henry. Il film si intitola in italiano La giostra umana e il narratore è nientemeno che John Steinbeck. Di O.Henry conoscevo solo il celeberrimo Dono dei Magi, ma vale la pena conoscere anche gli altri racconti. Vi suggerisco di guardare (anche se in inglese) l'episodio tratto dal racconto "L'ultima foglia" ("The Last Leaf"): qui l'arte e la vita si intrecciano in modo indissolubile... fino all'ultimo respiro. (Qui trovate il racconto in inglese e qui in italiano)



E se il comune denominatore fosse proprio la PASSIONE?

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