martedì 18 luglio 2017

racconti nel vento

Dunque, sono sparita per una settimana... dov'ero?
A Levanzo!
E chi mi ci portava?
Il vento,
il vento che racconta le cose
e che spazza i pensieri...

Dall'anno scorso si svolge nel mese di luglio il Levanzo Community Fest e quest'anno il primo laboratorio era Vento io ti racconto, dal 9 al 15.
A lasciarci ispirare dal vento eravamo in sette: io, Antonella, Josefina, Lorenzo, Marcella, Rita e Viviana, ciascuno con la propria bellissima e variegata storia personale. Se non siamo volati via però, ciascuno perso nelle proprie idee e portato via dal maestrale, è grazie alla maga dei racconti Beatrice Monroy, che ci ha tenuti coi piedi per terra e ci ha fatto arrivare dove le nostre storie potevano raggiungere tutti, anche se il tempo è stato davvero troppo breve...
Siamo partiti dalla pineta di cala Minnola, passando per il tramonto ai Faraglioni, ma le storie che sono venute fuori parlano di tempi e luoghi lontani e vicinissimi, di miti eterni e di attualità, di tradizioni e di occhi che cambiano.
Un laboratorio nutriente e ricco di persone interessanti (posso dimenticare Caterina? e il piccolo Federico che mi ha insegnato a dare i nomi ai giochi con il mare? E il cuoco Pietro, coi baffi da pirata, del ristorante Romano che si è preso cura di me? e Nino Oliveri con le sue fantastiche foto? e Martino, collega dei miei genitori ritrovato in veste di esploratore? e poi altre persone fantastiche che ho avuto modo di conoscere solo per un "assaggio", come Ester e Maria Cucinotti...) che mi ha fatto comprendere tra le altre cose la vastità enorme della mia infinita ignoranza a cui proverò invano a porre rimedio :D

(ah, il mio racconto, per chi volesse curiosare, è qui)

Gli ultimi giorni non si possono raccontare facilmente. Dal racconto scritto siamo stati catapultati dentro il racconto orale da Mimmo Cuticchio (per il quale non ci sono definizioni adeguate!). Un'esperienza nell'esperienza, un incontro nell'incontro, che mi ha fatto tornare bambina tra le storie dei nonni e ci ha fatto viaggiare (perché "ogni storia è un viaggio"!) in territori noti e meno noti. Il suo cunto di venerdì, con Angelica che si perde nel bosco, ci ha trasportati in un luogo incantato, ma la parola incanto lo accompagna sempre, persino a pranzo!

Tutti insieme, accomunati dall'amore per le storie (che è amore per gli esseri umani) e dall'amore grandissimo e difficile per la nostra terra: più (p)artigiani della bellezza di così!

Una cosa in particolare mi porto appresso: l'ascolto attento della parola. Con la perdita della tradizione del cunto che per anni è stata relegata a cosa vecchia, abbiamo perso tanto: non solo in termini di memoria e di cultura, ma anche nell'abitudine all'ascolto. Che è una cosa importantissima e a cui ci si forma sin dalla culla. Sarebbe bello realizzare un progetto sul cunto per i bambini a scuola, proprio come attività di ascolto partecipato... chissà!

Perdonatemi, ma questa bellissima esperienza non so raccontarla meglio!!!
Vi lascio alle foto del luogo, che i volti delle persone li porterò con me sempre!